Data ultimo AGGIORNAMENTO: 23 agosto 2024
A partire dal 26 luglio sono stati confermati 14 focolai di PSA in altrettanti stabilimenti di suini domestici in Nord Ovest Italia di cui 3, ad oggi, in regione Piemonte; i focolai si sono registrati sia in zone oggetto di restrizione ( tipo II e tipo I) sia in zone indenni.
Tenuto conto di questi focolai, le autorità competenti centrali hanno ritenuto opportuno rinforzare il sistema dei controlli disponendo una serie di misure straordinarie, sottolineando e richiamando ancora una volta l’importanza delle misure di biosicurezza nell’intera filiera suinicola; è indispensabile, anche in territori indenni, adottare tutte quelle misure gestionali e strutturali volte a ridurre il rischio di introduzione, sviluppo e diffusione della PSA (ma in generale di altre malattie infettive del comparto suinicolo) in allevamento. Particolare attenzione, visto il momento epidemiologico, dovrà essere posta all’ ingresso in azienda di mezzi di trasporto e persone, alla tracciabilità dei loro movimenti, alla puntuale e accurata registrazione degli accessi, nonché alle operazioni di carico e scarico. Si sottolinea anche di prestare la attenzione all’ingresso in allevamento di veicoli o persone legate all’espletamento di altre attività zootecniche (manutentori, tecnici per certificazioni D.O.P etc etc), che in ogni caso si suggerisce di evitare se non indispensabili o di posticipare, salvo causa di forza maggiore.
Oltre alla biosicurezza, la sorveglianza passiva (prelievo delle milze) e la segnalazione da parte dell’allevatore e/o del veterinario libero professionista o di filiera di qualsiasi aumento di mortalità o mortalità anomale sono uno strumento essenziale per la rilevazione precoce del virus della PSA.
Molti focolai sono stati prontamente rilevati in seguito a segnalazione, da parte dell’allevatore, di aumentata mortalità e sintomatologia riferibile a PSA. Quindi, anche in assenza di conclamata sintomatologia, la presenza di animali inappetenti, poco vitali e la comparsa di un improvviso e progressivo aumento della mortalità giornaliera, anche limitata a singoli settori dell’allevamento, devono essere comunicate, anche per le vie brevi, al servizio veterinario localmente competente per un’attenta valutazione e l’effettuazione degli opportuni approfondimenti.
Si raccomanda di applicare le misure sopra descritte con continuità ed efficacia.
Cos’è? - La peste suina africana - PSA - è una malattia virale, altamente contagiosa, che colpisce esclusivamente suini e cinghiali, con una letalità che può arrivare al 90%.
La malattia NON SI TRASMETTE all’uomo.
Quali conseguenze - Non esiste cura, nè vaccino, pertanto è difficile contenere la diffusione della malattia, che provoca effetti devastanti sul patrimonio zootecnico e sul settore della macellazione e trasformazione delle carni (es. produzione di salumi). La gravità della malattia e la capacità dell’infezione di diffondersi rapidamente comportano forti restrizioni commerciali, incluso il blocco delle esportazioni, con pesanti conseguenze economiche, sanitarie e costi elevati per la eradicazione della malattia.
Come si previene - Non esistendo vaccino o cura contro la malattia, l’unica prevenzione realmente efficace è l’adozione di idonei comportamenti che ne riducano il rischio di diffusione. Il virus della Peste Suina Africana può resistere a lungo nelle carcasse di cinghiali infetti, anche in relazione alle temperature stagionali. L’adozione di comportamenti precauzionali per chi entra in contatto con gli animali selvatici, soprattutto cinghiali e loro prodotti, è uno degli strumenti più efficaci per evitare l’introduzione del virus o la sua diffusione nel territorio.
Per ulteriori informazioni, è possibile fare riferimento ai link sotto riportati.
Le vie di contagio - Materiale informativo
Informazioni e aggiornamenti Ministero Salute
Informazioni e aggiornamenti Regione Piemonte
LA SITUAZIONE DELLA PESTE SUINA NEL TERRITORIO DELL’ASLCN1
Il continuo e progressivo estendersi dell’infezione di PSA ha comportato, nella primavera 2023, l’ingresso in zona di restrizione dei primi Comuni del territorio dell’ASLCN1, con la conseguente adozione di tutte le misure previste dalla normativa vigente. Nello specifico, sono previste misure speciali di controllo della malattia sia nell’area dove è stata riscontrata la presenza di PSA nel cinghiale, definita “zona di restrizione II”, sia in un’area “cuscinetto” esterna, ad alto rischio, senza casi di PSA, definita “zona di restrizione I”.
Per l'elenco dei comuni ricadenti nelle diverse zone di restrizione, con il dettaglio della presenza di casi confermati sul relativo territorio, cliccare qui.
ANCHE TU PUOI AIUTARCI
Il controllo della popolazione di cinghiali e la segnalazione di carcasse di cinghiale rappresenta uno strumento indispensabile per la lotta alla malattia. Per questo, l’ASLCN1, sulla base di indicazioni regionali, ha adottato misure finalizzate a ridurre il rischio di diffusione della PSA, che includono corresponsioni economiche in caso di:
Di seguito, puoi trovare la procedura e la documentazione necessarie per l’erogazione della compensazione.
Autocertificazione e scheda di rilevazione biometrica
NORME DI COMPORTAMENTO IN ZONA DI RESTRIZIONE II
In zona di restrizione II, se avvisti una carcassa di cinghiale, NON TOCCARLA E ALLERTA immediatamente i Servizi Veterinari del territorio contattando il numero che trovi in brochure e adottando le norme di comportamento descritte.
Brochure Zona II